BELCASTRO
Le origini di Belcastro risalgono all’epoca bizantina, intorno all’VIII–IX secolo d.C., quando l’area faceva parte del Thema di Calabria, un distretto militare e amministrativo dell’Impero Romano d’Oriente. In quel periodo, gli insediamenti arroccati sulle colline erano comuni, utilizzati come difesa contro le incursioni saracene lungo la costa.
In origine, il borgo era probabilmente noto come Geneocastro o Ginnocastro (dal greco gynaikókastron, ovvero “castello delle donne” o “fortezza delle nobildonne”), a testimonianza delle sue radici greco-bizantine. Tracce archeologiche e la disposizione del centro storico più antico rivelano una forte impronta bizantina.
Il nome "Belcastro" compare nel XIV secolo, durante il regno di Roberto d'Angiò, re di Napoli. Fu lui a concedere il feudo a Bertrando del Balzo, nobile francese e antenato di Tommaso d’Aquino.
Secondo la leggenda, il nome “Belcastro” — che significa “bel castello” — fu una sorta di rinominazione poetica, che metteva in risalto la posizione panoramica del borgo e la maestosità della sua fortezza. Una scelta in perfetto stile angioino, dove l’eleganza cortese si fondeva con la funzione militare.
San Tommaso d’Aquino, uno dei più grandi teologi e filosofi della Chiesa Cattolica, è onorato come santo patrono ufficiale di Belcastro. La sua festa viene celebrata con processioni religiose, sagre locali e le tradizionali specialità calabresi accompagnate da musica popolare.
Sebbene Tommaso d’Aquino non sia nato a Belcastro, la sua eredità intellettuale e spirituale ha profondamente influenzato il Sud Italia. Il suo ruolo di patrono riflette probabilmente la storica vocazione di Belcastro all’istruzione, alla filosofia e alla fede.
✝️ San Tommaso d’Aquino – Santo Patrono di Belcastro
Qui, gli ulivi non sono colture... sono famiglia
Alcuni alberi hanno centinaia di anni: contorti, nodosi, sopravvissuti a guerre, terremoti ed emigrazioni.
📜 Una Tradizione Radicata nel Tempo
La coltivazione dell’olivo a Belcastro è un mestiere tramandato di generazione in generazione, da padre a figlio, da nonna a nipote. Molte famiglie raccolgono ancora le olive da alberi piantati dai loro antenati, usando strumenti tradizionali e una profonda conoscenza del territorio per proteggere e potare ogni albero con cura.
🏺 La Spremitura a Freddo e il Frantoio
Un tempo, le olive di Belcastro venivano frantumate con macine in pietra e presse in legno, spesso azionate a mano o con l’aiuto degli asini. Oggi, molti produttori locali usano moderni metodi di spremitura a freddo nei frantoi della zona, per ottenere un olio extravergine d’oliva (EVO) di altissima qualità, conforme agli standard dell’Unione Europea.